Quindi fu primissario a Rumo, luogo in cui vi fu l’incontro con l’orologiaio Antonio Bartolomeo Bertolla, con cui iniziò una straordinaria collaborazione, nel corso della quale vennero realizzati splendidi orologi astronomici.
Uno di essi venne descritto da Borghesi in un opuscolo pubblicato a Trento nel 1763, Novissima ac Perpetua Astronomica Ephemeris Authomatica theorico-pratica. Dopo di che toccò al nuovo “automa astronomico”, descritto nel Novissimum theorico-practicum astronomicum authoma juxta pariter novissimum mundi systema, edito nel 1764 a Trento. Questo secondo orologio fu presentato all’Imperatrice Maria Teresa d’Austria. L’automa entrò nel tesoro di Corte, in seguito fu donato all’Università di Innsbruck e oggi è conservato nello Smithsonian di Washington. Nel 1794 Francesco Borghesi fu costretto a ritirarsi a vita privata a Mechel, sofferente di demenza, e nel paese natale morì il 13 giugno del 1802. Le meridiane settecentesche tuttora visibili all’esterno delle chiese parrocchiali di Mechel e di Cles sono quasi certamente opera di Francesco Borghesi.