Fauna, flora e geologia del capoluogo noneso

Questi complessi fenomeni, e in particolare le pieghe e le faglie che si sono formate o si sono riattivate durante la formazione delle Alpi e l’erosione che ha successivamente livellato e in parte cancellato molte formazioni, hanno portato all’attuale distribuzione delle principali rocce affioranti nel territorio del comune di Cles, e cioè: affioramenti di rocce sedimentarie nel settore orientale del comune di Cles; affioramento delle vulcaniti del Monte Ozol tra il Faè (loc. Sas Negher) e il Monte Ozol, dove queste lave raggiungono i 200 m di spessore; depositi fluvioglaciali in corrispondenza dei paesi principali (Cles), originatesi molto più recentemente successivamente all’ultimo periodo glaciale.

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Il territorio del comune di Cles è attualmente, per il 53%, ricoperto da foreste; nei secoli passati lo sfruttamento del bosco da parte dell’uomo era molto più intenso e le superfici boschive si ridussero in modo drastico. Negli ultimi anni invece si assiste a un fenomeno inverso, detto “afforestazione”, che si concretizza in un netto incremento delle superfici forestali che stanno riprendendosi tutte le zone un tempo pascolate. A margine dei meleti che si estendono nei dintorni di Cles, San Vito e Mechel, alla base della montagna di Cles si ritrovano le pinete di origine artificiale, composte da pino nero e pino silvestre; il primo è stato immesso dall’uomo nel primo dopoguerra, il secondo è stato in parte piantato e in parte si è originato spontaneamente, essendo specie pioniera in grado di crescere in zone aride e con scarsa fertilità. Anche qui nelle situazioni più umide sono presenti alcuni lembi di faggeta, che diventa di grande valore ecologico nei pressi di Castel Mechel e in altre piccole aree nei pressi della località Roplan.

Tra gli Anfibi si riproducono 4 specie: la Salamandra pezzata, il Rospo comune, la Rana temporaria e la Rana verde. Tra i Rettili incontriamo le bisce d’acqua (Natrice tessellata, Natrice dal collare). Nelle campagne nei dintorni di Cles, spesso nei muretti a secco, si riproducono il Biacco e il Saettone. Localmente, soprattutto nelle pinete e nei boschi di orniello e carpino nero, si incontra il Colubro liscio, serpente assai simile alla vipera (presente con Aspide e Marasso) dalla quale si può distinguere con difficoltà grazie alla pupilla tonda e alla lunga coda. Decine sono le specie di Mammiferi, alcune molto conosciute (ad esempio il Capriolo) altre pressoché sconosciute (ad esempio il Rinolofo minore) presenti nel territorio di Cles. 

Nel corso del ventesimo secolo la popolazione alpina di Orso bruno è stata portata sull’orlo dell’estinzione: negli anni novanta del secolo scorso erano rimasti tre esemplari (non più in grado di riprodursi) che frequentavano alcune zone del Brenta orientale. Tra il 1999 e il 2002 sono stati rilasciati 10 esemplari di Orso (provenienti dalla Slovenia). Ora le tracce degli orsi si rinvengono in molte zone del comune di Cles, dalle rive del lago di Santa Giustina (dove gli orsi si recano abitualmente per alimentarsi e rinfrescarsi), fino ai pascoli d’alta quota. Sono circa un centinaio le specie di uccelli nidificanti. Tra queste possiamo distinguere tre categorie principali: nidificanti e migratori a lungo raggio: sono uccelli che nidificano nel territorio di Cles tra aprile e agosto e poi partono per raggiungere i territori africani, dove passeranno l’inverno in una vasta area collocata in genere a Sud del Sahara. Tra gli esempi più noti possiamo citare il Codirosso, la Rondine, il Rondone, l’Averla piccola, il Culbianco e il Prispolone; nidificanti e migratori a corto raggio: sono uccelli nidificanti ma che svernano in aree poste più vicine a noi, giungendo comunque fino in Nord Africa. Esempi sono il Tordo bottaccio, molti Fringillidi e Silvidi; stanziali: sono uccelli che “scelgono” di rimanere nel territorio di Cles tutto l’anno, effettuando al massimo brevi spostamenti altitudinali. Sono tipici stanziali i Galliformi, i Picchi, l’Aquila reale e molti rapaci diurni e notturni.