Sia l'odierna abside secentesca sia l'antica romanica, scoperta durante gli scavi archeologici effettuati nella primavera 2004, sono leggermente piegate verso destra rispetto all asse della fabbrica; questa conformazione della pianta, detta inclinato capite, vuole ricordare il Cristo sulla croce e attesta una particolare attenzione da parte dei costruttori alla struttura di questa cappella.
Tra 2003 e 2005 vi sono stati degli importanti lavori di restauro dell edificio (diretti dall arch. Ruggero Mucchi e dall ing. Antonio Wegher) che hanno permesso di venire a conoscenza delle varie fasi di ampliamento e di scoprire una vasta sequenza di affreschi lungo le pareti interne della navata che diversi strati di intonaco avevano per secoli nascosto. Lo scavo archeologico interno all edificio non ha rilevato l'esistenza di sepolture ma ha permesso di comprendere come la chiesa primitiva fosse più bassa dell'attuale e avesse una navata unica, allungata fino alla dimensione attuale nel 1616. Questa data è incisa nell intonaco sopra il portale ed è riemersa proprio grazie ai restauri: si legge 1616 MENSE JULII. A cavallo tra Sei e Settecento, probabilmente durante i restauri delle cappelle clesiane promossi dall'arciprete Giacomo Madruzzo si è difatti nuovamente messo mano alla chiesa sostituendo l'abside, sopraelevando il soffitto piano e costruendo l'odierno campanile. Documenti conservati nell Archivio del Servizio Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento, datati 1922, ci mettono a conoscenza del crollo in quegli anni di parte del solaio e della conseguente sua ricostruzione, assieme alla copertura del tetto, da parte dell architetto Giuseppe Gerola.